Decreto sud: ZES unica e nuova governance Fondo sviluppo e coesione

Con il Decreto c.d. Sud, approvato in Consiglio dei Ministri in data 7 Settembre 2023, l’esecutivo Meloni ha approntato sostanziali modifiche per quanto attiene, tra le altre cose, l’architettura dell’impianto che definisce le Zone economiche speciali, sia da un punto di vista geografico che amministrativo, pur senza andare ad intaccare la sostanza rappresentata dallo schema di sostegni che caratterizza dette aree agevolate. Ancora, importante è la decisione di modificare l’assetto che dirige il Fondo di sviluppo e coesione, fondamentale veicolo di supporto all’implementazione dei fondi comunitari ed esso stesso mezzo per la messa in opera di numerosi interventi di tipo strutturale.

 

ZES

Per quanto riguarda le ZES, la svolta è rappresentata dalla semplificazione territoriale delle stesse: si passa dalle precedenti otto (ZES Abruzzo, ZES Campania, ZES Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata; ZES Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise; ZES Sicilia occidentale; ZES Sicilia orientale, ZES Sardegna) ad una sola zona definita ZES Mezzogiorno.

Degli otto commissari ne resterà solo uno, mentre per quanto attiene le autorizzazioni necessarie per avviare gli iter amministrativi dedicati alle imprese che intendono avviare un’attività economica: dal 1 Gennaio 2024 (fino ad allora resteranno in vigore le otto ZES attuali) le imprese presenteranno istanza presso lo sportello unico digitale della ZES Mezzogiorno.

 

Fondo di sviluppo e coesione

Per quanto riguarda il FSC, per il periodo di programmazione 2021-2027, l’80% delle risorse sarà destinate ad interventi per lo sviluppo. Le risorse saranno ripartite dal CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), che agirà su iniziativa del Ministro per il Sud (sentita la cabina di regia del FSC), soltanto alle Amministrazioni regionali centrali (o a quelle delle Province autonome).