Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo: 200 mld per rilanciare l’industria italiana

È stato raggiunto un accordo per il rafforzamento della partnership che da circa 15 anni lega la federazione degli industriali italiani e il principale istituto finanziario del Paese.

Il nuovo piano programmatico, sviluppato per un valore di 200 miliardi di euro e con un orizzonte temporale che copre il prossimo quadriennio (fino al 2028 compreso), si basa sulla valutazione fondamentale che l’ecosistema italiano, particolarmente frastagliato – per ragioni storiche – e indebolito dalle molteplici crisi, legate al post pandemia, alla rottura delle catene del valore e all’innalzamento senza freni dei costi energetici (oltre che dalla concorrenza della Cina), deve evolversi se vuole superare le prove cui è e sarà in futuro sottoposto.

L’evoluzione del tessuto imprenditoriale italiano passa per due direttrici fondamentali: 

  • – La transizione green, vista sia come fattore di risparmio in termini di materia prima energetica, che ovviamente come modalità per mitigare gli impatti sull’ambiente, in un’ottica di contenimento dei rischi collegati ai cambiamenti climatici;
  • – La transizione digitale, fondamentale sia per incrementare la produttività e il valore aggiunto del manifatturiero, che per far fronte al calo demografico, ma anche per agevolare la stessa transizione green

Tutto questo necessita di ingenti investimenti, sia in termini materiali che immateriali: nuovi beni e macchinari, nuovi paradigmi di business e modelli produttivi, software avanzati, R&D in settori di frontiera e tecnologie emergenti, ed altro ancora.

L’obiettivo dell’accordo è quello di garantire gli strumenti finanziari necessari per aggiornare il sistema Italia, in collaborazione in primis con gli imprenditori, ma anche tenuto conto del ruolo del Governo e dell’UE in questa fase di passaggio tumultuosa dove nuovi attori nazionali e privati sono sorti e sono pronti a giocare un ruolo da protagonisti non solo nel prossimo futuro, ma adesso. 

Per tale motivo, rafforzare le filiere strategiche, realizzare pienamente le previsioni del PNRR, diminuire il prezzo delle forniture (e raggiungere la neutralità tecnologica), semplificare gli adempimenti di Transizione 5.0 e puntare ad una revisione del Green deal europeo – in particolare per quanto attiene al settore automotive, uno dei più colpiti dalla transizione e dalla concorrenza cinese nonché il più importanti in termini economici diretti ed indiretti – rappresentano concretamente l’oggetto del piano di assistenza finanziaria su cui l’accordo stesso si basa.