Il D.L. 1/2012 introduce il rating di legalità, al fine di promuovere comportamenti etici in ambito aziendale, tramite l’assegnazione di un riconoscimento misurato in “stelle” (da 1 a 3), in grado di indicare il rispetto della legalità e la corretta gestione del business da parte delle imprese.
Rappresenta, quindi, una sorta di “certificazione di qualità”, garanzia di legalità e trasparenza e permette di ottenere importanti benefici sia in termini economico-finanziari, sia in termini di miglioramento del posizionamento competitivo. Il riconoscimento (completamente gratuito) dura 2 anni ed è rinnovabile su richiesta tramite una certificazione sottoscritta dal legale rappresentante che attesta la permanenza di tutti i requisiti. In caso di perdita di uno dei requisiti, l’Autorità con proprio provvedimento disporrà la revoca del rating.
Soggetti destinatari
Le imprese operative in Italia, iscritte al Registro delle Imprese da almeno 2 anni e che abbiano avuto un fatturato minimo di € 2 milioni nell’esercizio chiuso l’anno precedente alla richiesta di rating, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza e risultante da un bilancio approvato e pubblicato ai sensi di legge.
Modalità di richiesta
Le aziende interessate presentano una domanda, compilando l’apposito modello in formato elettronico, che va firmato digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa e inoltrato alla casella di Posta Elettronica Certificata (PEC) protocollo.agcm@pec.agcm.it.
Principali benefici
rapporti con le Pubbliche Amministrazioni: le imprese che partecipano a un bando pubblico per la concessione di finanziamenti oppure l’assegnazione di un appalto, hanno maggiori possibilità di successo, derivanti da: preferenza in graduatoria; maggiorazione del punteggio; risorse finanziarie dedicate;
rapporti con le banche: le imprese ottengono un accesso al credito facilitato, attraverso: migliori condizioni economiche; riduzione dei tempi di concessione del finanziamento; minori costi di istruttoria. Le banche, inoltre, sono disincentivate a negare il credito alle aziende in possesso di rating poiché sono obbligate a comunicare dettagliatamente le ragioni del diniego alla Banca d’Italia;
mercato: l’impresa viene riconosciuta sul mercato come soggetto sano e virtuoso, migliorando la propria trasparenza e visibilità.
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