L’obbligo di pareggio di bilancio, dettame inserito nel 2012 negli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione dall’allora Governo Monti, è sempre un tema attuale, e il titolare del dicastero di via XX Settembre, Giancarlo Giorgetti, ha rimarcato quanto il raggiungimento di tale obiettivo sia al centro delle politiche dell’esecutivo.
Difatti, l’eccessivo debito pubblico è di ostacolo ad una crescita italiana più sostenuta, a causa degli interessi sul debito che ogni anno frustrano i tentativi di accelerazione dell’economia nazionale con riguardo al PIL, malgrado gli altri indicatori (ed in generale i fondamentali economici del sistema Italia) risultino positivi.
Il ministro dunque ha citato il Piano strutturale di bilancio – da approvarsi entro l’estate – come strumento propedeutico al rispetto della normativa europea in materia fiscale e, negli auspici del Governo, al raggiungimento di un “livello del saldo primario strutturale coerente con una significativa riduzione del rapporto debito/PIL negli anni seguenti”, andando poi a sottolineare con forza la necessità di uscire dalla condizione cronica di Paese ad alto debito e rischioso per i mercati finanziari, fattore che comporta interessi più alti rispetto a quelli di altri Paesi UE, con conseguenze notevoli per le imprese, costrette ad affrontare costi più alti per potersi finanziare rispetto alle controparti europee, obiettivo alla portata attuando “semplicemente una seria politica di controllo della dinamica della spesa pubblica e di miglioramento dell’efficienza del prelievo fiscale”.